“Come riportare Equilibrio di Genere tra i Docenti della Scuola dell’obbligo?”

Come riportare Equilibrio di Genere tra i Docenti  della Scuola dell’obbligo?.

Il seguente art. 1 Legge 107/2015 Buona Scuola – Comma 16 afferma  “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunita’ promuovendo nelle  scuole  di  ogni ordine e grado l’educazione alla parita’ tra i sessi, la  prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni,  al  fine  di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti  e  i   genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del  decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge  15 ottobre 2013, n. 119,  nel  rispetto  dei  limiti  di  spesa  di  cui all’articolo  5-bis,   comma   1,   primo   periodo,   del   predetto decreto-legge n. 93 del 2013.”

Però specifica maggiormente il Comma 16 dell’art. 1 legge 107/2015  il Prot. AOODPIT n. 1972 del 15/09/2015 http://www.istruzione.it/allegati/2015/prot1972.pdf “…Inoltre, è opportuno sottolineare che le due leggi citate come riferimento nel comma 16 della legge 107 non fanno altro che recepire in sede nazionale quanto si è deciso nell’arco di anni, con il consenso di tutti i Paesi, in sede Europea, attraverso le Dichiarazioni, e in sede Internazionale con le Carte”

  1. Il Decreto  legge  14  agosto  2013  (convertito  nella  legge  n.193/2013),  a  cui  si  fa riferimento  nel  comma  16  della  “Buona  Scuola”,  enuncia  le  finalità  del    “Piano    d’azione  straordinario  contro  la violenza sessuale e di genere” che anche la Scuola è chiamata a perseguire:  a) prevenire il    fenomeno    della    violenza    contro      le      donne  attraverso  l’informazione  e  la sensibilizzazione  della  collettività,  rafforzando  la  consapevolezza  degli  uomini  e  ragazzi  nel processo  di eliminazione della violenza contro le donne; b) promuovere l’educazione  alla  relazione  e  contro  la  violenza    e  la  discriminazione  di  genere  nell’ambito    dei    programmi    scolastici  delle  scuole  di  ogni  ordine    e    grado,    al    fine    di sensibilizzare, informare, formare gli studenti e prevenire la violenza nei confronti delle  donne  e la    discriminazione    di    genere,   …”

 Nell’ art 14 della “Delega Formazione Iniziale”  si prevede la nascita di una “Conferenza nazionale per la formazione e l’accesso alla professione docente”…  La Delega Formazione Iniziale  potrebbe essere l’unico capitolo in cui inserire elementi per riequilibrare la situazione di grave  squilibrio tra docenti donna e docenti uomo nella Scuola Infanzia e Primaria  dell’Italia. Ma  in realtà  nello stesso articolo 14 non si accenna a detta  problematica perché la Conferenza Nazionale prevista dall’art 14 si occupa solo di  coloro che hanno  già i titoli di laurea per l’accesso alla professione docente  che  come si sa sono oltre il 90% donne.

Ecco le azioni che si realizzano negli altri Paesi dell’ Unione Europea al fine di riportare proporzione  di genere tra i Docenti della Scuola dell’obbligo.  Nel documento  “Differenze di genere nei  risultati educativi. Studio sulle misure adottate e sulla situazione attuale in Europa” http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/thematic_reports/120IT.pdf

Ci sono indicazioni molto utili, infatti  Che senso ha investire sull’ educazione/formazione al miglioramento della relazione tra i generi se  gli alunni della Scuola dell’ Infanzia e Primaria italiana – dagli anni ’80  e quindi da oltre 30 anni  – per otto anni consecutivi ed in un’età fondamentale per lo sviluppo della propria identità e non solo  hanno come modello  d’insegnante esclusivamente delle maestre ( oltre il 95% del personale docente attualmente in attività) ?”

Il documento della EACEA “Differenze di genere nei  risultati educativi. Studio sulle misure adottate e sulla situazione attuale in Europa” al cap 7 indica le azioni per riportare proporzionalità  tra i generi dei docenti delle loro scuole:

7.2. Strategie per migliorare l’equilibrio di genere fra insegnanti e capi d’istituto 7.2.1. Iniziative per attirare più uomini verso la professione docente

Mentre la maggioranza dei paesi registra una femminilizzazione della professione docente, in particolare nella scuola materna e primaria, solo pochi paesi indicano specificamente che questa è vista come una questione di interesse politico (Belgio (Comunità francofona), Germania, Danimarca, Lituania, Finlandia e Regno Unito (Scozia)).

Si solleva il problema della mancanza di modelli maschili per i bambini e del rischio potenziale di carenza di insegnanti, però solo pochi paesi hanno sviluppato iniziative concrete per attirare più uomini in tale professione.

L’Irlanda e i Paesi Bassi hanno lanciato campagne specifiche per attirare gli uomini nell’insegnamento a livello primario e per prevenire l’abbandono della professione da parte dei maschi.

In Irlanda, a partire dagli anni ’70, c’è stata una continua e significativa diminuzione del numero di uomini che accedevano alla professione docente, specie a livello di scuola primaria. Fu istituita una Commissione per l’istruzione primaria per raccomandare strategie e lanciare iniziative mirate ad aumentare il numero di uomini in questo livello educativo. Il rapporto finale della Commissione caldeggiava una campagna coordinata di promozione che incoraggiasse i ragazzi ad intraprendere l’insegnamento primario. La campagna MATE (Men as Teachers and Educators, Uomini come Insegnanti ed Educatori), lanciata nel gennaio del 2006, aveva lo scopo di presentare la grande varietà di competenze utilizzate dai maestri elementari. In più, propagandava i vantaggi dell’insegnamento: valore sociale, equilibrio lavoro-vita privata, soddisfazioni di carriera, versatilità, sviluppo professionale, condizioni di impiego e sicurezza di lavoro. AD oggi, sono state usate varie forme di comunicazione: messaggi su quotidiani nazionali, via radio e internet, produzione e distribuzione di manifesti a tutte le scuole secondarie. La sezione del DVD di eQuality Measures, rivolta a consulenti di orientamento e studenti, comprende interviste con uomini che lavorano nelle professioni legate alla cura.

Nei Paesi Bassi, negli ultimi anni sono state lanciate varie iniziative per spingere gli uomini a intraprendere il ‘pabo'(pedagogische academie basis onderwijs – scuole di formazione per insegnanti di livello primario). Sia il governo che organizzazioni in ambito educativo sono coinvolti in queste iniziative. È stata eseguita una ricerca sui nuovi ingressi e gli abbandoni del ‘pabo’ da parte dei maschi (‘Paboys wanted’, un gioco di parole fra ‘pabo’ e ‘boys’). Appare evidente che molti studenti maschi lasciano il Pabo prima di aver completato il corso di studi: per esempio nel 2005 il 44,6 % di studenti maschi ha abbandonato dopo il primo anno, rispetto al 28,2 % delle studentesse. Una volta iniziato a insegnare, poi, una numero relativamente elevato di nuovi insegnanti maschi lascia la professione entro 5 anni. In seguito a questi risultati, il sectorbestuur Onderwijsarbeidsmarkt (Centro di expertise sul corpo docente, costituito da datori di lavoro e impiegati) ha sostenuto progetti pilota in queste scuole, in particolare sulla prevenzione dell’abbandono sia durante che dopo la formazione ( ). Questi progetti pilota si concentrano sullo sviluppo di attività mirate a cambiare la cultura della formazione e comprendono la creazione di un ambiente accogliente sia per gli uomini che per le donne, lo sviluppo di un servizio di counselling per i (nuovi) studenti maschi con maggiori contatti fra gli uomini dei pabo e gli insegnanti maschi, un servizio di coaching per gli studenti maschi e l’istituzione di pratiche di addestramento più adeguate a desideri e necessità maschili.

 Oltre questi due paesi con le loro campagne specifiche, diversi altri stati hanno dato il via a differenti iniziative per attirare gli uomini verso l’insegnamento.

 La ‘Lega Ceca degli uomini aperti’ (Liga otevřených mužů) ha lanciato il programma ‘Uomini nelle scuole’ (Muži do škol) nel 2008. Lo scopo di questo programma è di attirare l’attenzione sull’assenza di uomini nell’istruzione nel ruolo di insegnanti e di altro personale educativo. Nel 2009 si è tenuta una conferenza sotto gli auspici del Ministero dell’Istruzione, della Gioventù e dello Sport in occasione della quale sono state presentate esperienze provenienti dall’estero a sostegno degli uomini nella scuola. Sulla base di questa conferenza è allo studio una strategia.

Fra le altre misure, il Piano di Azione Lituano per la Realizzazione del Progresso della Donna 1998-2000 fornisce, nell’ambito dell’istruzione, una discriminazione maschile positiva come misura temporanea per l’ammissione a studi pedagogici superiori.

Nel Regno Unito ( Inghilterra ), la Training and Development Agency for Schools (TDA) finanzia corsi di prova per incoraggiare gli uomini a diventare insegnanti di scuola primaria. Questi corsi durano tre giorni e comprendono un gi orno a scuola.

L’Agenzia Nazionale di Istruzione Superiore svedese si è vista assegnare l’incarico di analizzare le differenze di genere nella scelta degli studi riguardo alle varie specializzazioni nella formazione degli insegnanti, e di individuare i motivi delle seguenti questioni: perché più uomini che donne abbandonano la formazione per insegnanti, quali istituti di istruzione superiore hanno messo in campo strategie di aumento della percentuale di uomini nei programmi di formazione per insegnanti e quali di queste strategie ha funzionato, quale percentuale di uomini lavora come insegnante dopo aver finito la formazione relativa e quali fattori influiscono sulla decisione di diventare insegnanti da parte di donne e uomini. L’Agenzia ha presentato il proprio rapporto finale al governo nel marzo del 2009.

Il rapporto individua tre cause principali di abbandono maschile della formazione per insegnanti. Primo, gli uomini che iniziano la formazione forse sono meno sicuri delle loro scelte educative, essendo andati oltre l’aspettativa sociale di ciò che costituisce un’occupazione maschile: la loro scelta potrebbe quindi essere discutibile fin dall’inizio. Secondo, in ambito educativo gli uomini si trovano ad avere a che fare con una cultura tradizionalmente femminile a cui devono adattarsi o ribellarsi, ed entrambi questi comportamenti presentano delle difficoltà. Terzo, agli uomini in questo campo spesso mancano modelli maschili.

Le azioni intraprese nei programmi di formazione per insegnanti per sostenere gli studenti maschi comprendono progetti di mentoring, networking e consulenti maschi durante il tirocinio.

Quanto alle misure prese nelle università e nei college universitari per invogliare più uomini ad avvicinarsi alla formazione per diventare insegnanti, il rapporto registra che alcune iniziative si sono incentrate sul reclutamento di uomini mentre altre mirano a trattenere formatori maschi nei programmi di insegnamento. Alcune attività sono in forma di programmi di cooperazione con le scuole.

Il miglioramento dell’equilibrio di genere del personale nella scuola pre primaria, primaria e secondaria è uno degli obiettivi principali del Piano di azione norvegese per l’eguaglianza di genere. Una delle iniziative prese in questo campo è l’istituzione di team a livello provinciale (di contea) per assumere più uomini nelle scuole materne. Vengono anche realizzati asili nido pilota focalizzati sull’impiego maschile. I principali gruppi interessati dal piano di azione sono i proprietari di asili, dirigenti e impiegati in asili, istituti di formazione e studenti di programmi di formazione per insegnanti.

Molti paesi pongono il problema dei bassi stipendi e della mancanza di prospettive di carriera come probabili disincentivi per gli uomini nella scelta dell’insegnamento; alcuni tentano di affrontare questo problema a livello generale.

Ad esempio il governo olandese sta cercando di rendere più attraente la professione dell’insegnamento (a livello primario) alzando la qualità dell’istruzione e della professione, fornendo stipendi migliori e migliori possibilità di carriera.

È stato lanciato un piano per la formazione che dovrebbe dare un livello di qualificazione più alto, una struttura e una specializzazione migliori e maggiore diversificazione nei corsi di formazione.

Tuttavia, nei paesi in cui la professione docente gode, a quel che si dice, di alto prestigio (per esempio in Finlandia) e/o è ragionevolmente ben pagata (per esempio in Lussemburgo), gli insegnanti della scuola dell’obbligo sono ancora prevalentemente donne, come dimostrano le statistiche. Ciò suggerisce che l’insegnamento sia strettamente associato al concetto di ‘cura’, specie nei livelli di istruzione inferiori che tradizionalmente fanno capo alle donne più che agli uomini (v. cap. 1).

Gianni Rinaudo, Bra  2 febbraio 2017